Storia
Storia
L'aeroporto di Decimomannu, affettuosamente noto come "Deci", si trova a circa 25 km a nord/nord-ovest di Cagliari. È situato al confine tra i comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor, nel cui territorio comunale ricade ufficialmente. Sorge nell'area dove, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trovava un campo di volo. L'aeroporto è intitolato al Colonnello Pilota Giovanni Farina, insignito della Medaglia d'Oro al Valore Militare per il suo eroico sacrificio nei cieli della Sardegna il 14 giugno 1942.
Di seguito la straordinaria storia che ripercorre le origini e l’evoluzione dell’aeroporto di Decimomannu:
Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, in Sardegna esistevano quattro principali aeroporti: Cagliari-Elmas (il più importante, dotato anche di un idroscalo), Cagliari-Monserrato, Alghero-Fertilia e il piccolo idroscalo di Olbia. Con lo scoppio del conflitto, furono allestiti ulteriori aeroporti, noti come "Campi di Manovra", tra i quali spiccavano Decimomannu e Villacidro per la loro importanza strategica.
Decimomannu, identificato come Campo di Manovra Segreto N°34, fu ufficialmente istituito il 3 giugno 1940. Inizialmente, disponeva di una pista di volo in terra battuta lunga circa 2.000 metri, con orientamento nord-est/sud-ovest, su un'area complessiva di circa 350 ettari. La sua posizione geografica lo rendeva meno vulnerabile agli attacchi nemici rispetto agli altri aeroporti dell'isola, garantendone un ruolo cruciale durante il conflitto.
Con l’intensificarsi delle operazioni belliche, il 32° Stormo viene trasferito da Cagliari-Elmas a Decimomannu. Lo Stormo è composto da due Gruppi di volo: il 38° (49^ e 50^ Squadriglia) e l'89° (228^ e 229^ Squadriglia), sotto il comando del Colonnello Gallo. I reparti sono equipaggiati con i più moderni S79 e S84, che sostituiscono i poco efficienti e obsoleti S81. In collaborazione con l'8° Stormo, basato presso l'aeroporto di Villacidro, il 32° Stormo forma la X^ Brigata da Bombardamento "Marte", comandata dal Generale di Brigata Aerea Stefano Cagna.
A quel tempo, Decimomannu era privo di infrastrutture aeroportuali significative, disponendo solo del cascinale "Casa Ansoldi", composto da tre edifici rustici. Questi fabbricati ospitavano il Comando di stormo e di gruppo, le mense per ufficiali e sottufficiali, l'infermeria e il centralino. Con il passare del tempo, furono costruiti progressivamente capannoni, una cappella e rifugi interrati per migliorare le condizioni operative della base. Per alloggiare il personale, furono requisiti vari immobili nel centro abitato di Decimomannu, mentre altri militari vennero sistemati in tende all'interno del perimetro dell’aeroporto. All’inizio di giugno, lo Stormo contava circa 540 militari al suo servizio, impegnati nelle crescenti operazioni di guerra.
Il campo di volo di Decimomannu ripreso dall'alto nel 1941
Personale provvede al montaggio di un S79.
Armamento di un SM79 del 32° Stormo nel 1940
Pianificazione a Decimomannu di un bombardamento
contro obiettivi nemici
L'attività operativa non tarda ad arrivare: già nella mattina dell'11 giugno 1940, un ricognitore della Regia Aeronautica viene inviato a sorvolare il porto francese di Biserta. Confermato l’obiettivo al suo rientro, alle ore 14:10 ventuno SM79 del 32° Stormo decollano per una missione di bombardamento. A questa prima operazione partecipano personalmente sia il comandante della base, Colonnello Gallo, sia il Generale Stefano Cagna, comandante della X^ Brigata. Durante l’attacco, una nave viene affondata, diversi idrovolanti distrutti, un’altra nave danneggiata, così come alcuni sommergibili e la linea ferroviaria. Questa operazione rappresenta il primo attacco aereo contro la Francia e una delle prime azioni belliche di tutto il secondo conflitto mondiale.
Un’altra importante battaglia si svolse il 1° agosto 1940, questa volta contro la flotta britannica nell'ambito dell’Operazione Hurry. L’operazione mirava a trasferire 12 caccia Hawker Hurricane a Malta per potenziare le capacità difensive dell’isola. La mattina del 1° agosto, il Generale Stefano Cagna decollò da Decimomannu per una ricognizione solitaria. Avvistata la flotta nemica, rientrò rapidamente alla base per organizzare l’attacco. Poco dopo, Cagna ripartì alla guida di una formazione composta da diciassette S79 del 32° Stormo e dell’8° Stormo, decollati dagli aeroporti di Decimomannu, Villacidro e Alghero. Il contatto con la flotta inglese avvenne a sud delle Isole Baleari. Gli aerei, ciascuno equipaggiato con cinque bombe da 250 kg, riuscirono a colpire alcune navi nemiche. Tuttavia, diversi S79 furono abbattuti durante lo scontro, incluso quello del Generale Cagna, che perse la vita insieme al suo equipaggio. Per il suo eroico sacrificio, il Generale Stefano Cagna fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare. In suo onore, il 15° Stormo dell’Aeronautica Militare, con base all’aeroporto di Cervia-Pisignano, porta il suo nome.
Il 32° Stormo partecipò anche a operazioni di bombardamento sulla Corsica e al siluramento di unità navali nemiche, prendendo parte a numerosi scontri contro le flotte britanniche in transito nel Mediterraneo. In una di queste battaglie, la Bandiera del 32° Stormo fu insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare. Durante un attacco condotto contro Gibilterra, in un combattimento aereo particolarmente aspro, perse la vita il Capitano Pilota Armando Boetto, comandante della 49^ Squadriglia. Alla sua memoria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare, e lo Stormo porta oggi il suo nome.
Tra il 1941 e il 1943, operò presso Decimomannu anche il 36° Stormo, composto dal 108° e 109° Gruppo (256^, 257^, 258^ e 259^ Squadriglia), inizialmente equipaggiato con velivoli S79 e S84 nel ruolo di bombardieri e, successivamente, come aerosiluranti. Questo reparto partecipò, il 27 settembre 1941, a una cruenta battaglia aeronavale contro un convoglio britannico nel Mediterraneo centrale, composto dalla portaerei HMS Ark Royal e da numerose navi da battaglia. Gli aerosiluranti SM84 del 36° Stormo decollarono in allarme durante la mattinata, ma a causa delle difficili condizioni meteorologiche, i gruppi si separarono in volo. Raggiunsero gli obiettivi in formazioni sparse, affrontando una difesa serrata. Ben sette aeromobili furono abbattuti, inclusi un CR42 della scorta e l’S84 del Colonnello Riccardo Helmuth Seidl, che perse la vita insieme a tutto il suo equipaggio. In memoria del Colonnello Seidl e delle sue imprese, il 36° Stormo si fregia oggi con orgoglio del suo nome.
Fase di caricamento di cinque bombe da 250 Kg su un S79 del 32° Stormo a Decimomannu nel 1940
Un S79 al parcheggio. L'aeroporto con le sue ampie dimensioni permetteva la sosta di innumerevoli aeromobili
Sorvolo del campo di Decimomannu da parte di un SM79 della 228^ Squadriglia nel 1941
Nel 1943 la Sardegna diventa bersaglio dei primi attacchi aerei degli Alleati. Il 17 febbraio, l'aeroporto di Decimomannu viene bombardato per la prima volta dalle Fortezze Volanti (B-17), segnando l'inizio di una campagna di intensi raid aerei. Parallelamente, si susseguono diversi rischieramenti di reparti della Regia Aeronautica, tra cui alcuni dei più noti: Il 132° Gruppo Autonomo, comandato dal Maggiore Carlo Emanuele Buscaglia, equipaggiato con Savoia-Marchetti SM79. Il 17° Gruppo del 1° Stormo, dotato di Macchi MC202 Folgore. Il 160° Gruppo Autonomo, operante con Reggiane RE2001. Nel corso di tre anni di guerra, Decimomannu diventa teatro di eroiche azioni belliche condotte da leggendari piloti e ufficiali, tra cui Unia, Boetto, Cimicchi, Mecozzi, Graziani, Farina, Aichner, Casini, Marescalchi, Seidl, Erasi, Pfister, Visconti, Buscaglia, e molti altri. Le loro imprese consolidano la fama dell’aeroporto come uno dei centri nevralgici della difesa italiana. A partire dal 19 luglio 1940, anche la Luftwaffe tedesca utilizza l’aeroporto. Tra i primi arrivi figurano un Junkers Ju 88 e un Junkers Ju 52, impiegati in test di prestazioni a temperature elevate. Successivamente, il KG26, equipaggiato con bombardieri siluranti Heinkel He 111, diventa l’unità operativa principale a Decimomannu, operando fino al maggio del 1943. Questo mix di forze italiane e tedesche sottolinea l'importanza strategica dell'aeroporto durante il conflitto, fino a quando la crescente pressione degli Alleati non ne compromette l’operatività.
I giornali dell'epoca diedero ampio risalto
all'avvenimento del 27/09.
Celebre immagine che ritrae un S79 del 36° Stormo
che sorvola una nave appena attaccata
Benito Mussolini mentre passa in rassegna al reparto schierato e mentre si appresta a salire a bordo di un SM79.
Con la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943, Decimomannu vede l'arrivo delle truppe americane. Il 23 settembre 1943, una decina di Curtiss P40 Warhawk appartenenti al 325° FG atterra sulla pista e con loro un Douglas C47 Dakota, che trasporta i delegati incaricati, per avviare ufficialmente l'operazione "Jackstay". L’obiettivo principale è le regole relative all’occupazione della Sardegna da parte delle forze aeree e terrestri anglo-americane. Per Decimomannu si determinerà da parte degli stessi l'utilizzo delle installazioni aeroportuali preesistenti sul luogo e l'ampliamento di alcune di esse. L'aeroporto, subisce importanti lavori riguardanti le aree di manovra, iniziati il 14 ottobre 1943 dal 888° e 845° Aviation Engineeer Company. Viene realizzata una pista larga 150 mt. per 1800 mt. di lunghezza, 180 piazzole di sosta per gli aeromobili e circa 10 km di bretelle di rullaggio. In seguito la pista verrà ulteriormente estesa fino a raggiungere una larghezza di 300 mt. e una lunghezza di 3000 mt. di lunghezza. Alla fine del mese arrivano i primi B26 Marauder del 319° Bomber Group composti dal 437°, 438°, 439°, 440° Bomber Squadron con circa 76 aeromobili, e del 320° Bomb Group composti dal 441°, 442°, 443° e 444° Bomb Squadron con circa 86 aeromobili. Insieme ai Marauder del 17° Bomber Group stanziati nella vicina Villacidro queste tre grandi unità formano il 42° Wing della NAAF Americana. Ai reparti aerei si uniscono presto le unità terrestri del 310° Service Group con il 304° e 345° Service Squadron, per garantire il supporto operativo e logistico all’Aeroporto. Il 12 novembre viene condotta la prima incursione da parte dei B26 sulla linea ferroviaria tra Tarquinia e Montalto di Castro. Vengono presi di mira ripetutamente diversi aeroporti della caccia tedesca in Italia centrale e meridionale, in Francia meridionale, con un'attenzione particolare ai ponti stradali e ferroviari sparsi nel centro Italia. La missione più lunga è compiuta da un gruppo di B26 per attaccare obiettivi sulla costa italiana, nel nord dell’adriatico, mentre l'azione che fece distinguere i Marauder per la loro precisione nel bombardamento è quella dell'attacco all'Abbazia di Montecassino.
Con la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, l’aeroporto di Decimomannu passò sotto il controllo delle forze alleate, segnando una nuova fase della sua storia. Il 23 settembre 1943, una decina di Curtiss P-40 Warhawk del 325° Fighter Group (FG) atterrò sulla pista di Decimomannu, accompagnata da un Douglas C-47 Dakota che trasportava i delegati incaricati di avviare l’operazione "Jackstay". Quest’ultima definiva le regole per l’occupazione della Sardegna da parte delle forze aeree e terrestri anglo-americane e prevedeva l’utilizzo e il miglioramento delle infrastrutture aeroportuali esistenti.Il 14 ottobre 1943, i lavori di ampliamento delle strutture iniziarono sotto la supervisione delle 845ª e 888ª Aviation Engineer Company. Le principali opere realizzate furono: Una pista larga 150 metri e lunga 1800 metri, successivamente estesa a 300 metri di larghezza e 3000 metri di lunghezza. La costruzione di 180 piazzole di sosta per aeromobili. Circa 10 km di vie di rullaggio per collegare le diverse aree operative. Alla fine di ottobre 1943, Decimomannu accolse i primi B-26 Marauder del 319° Bomb Group, composto dai seguenti squadroni: 437°, 438°, 439° e 440° Bomb Squadron (circa 76 velivoli). Questi furono seguiti dal 320° Bomb Group, formato da: 441°, 442°, 443° e 444° Bomb Squadron (circa 86 velivoli). Insieme ai B-26 Marauder del 17° Bomb Group, dislocati nella vicina Villacidro, queste unità costituirono il 42° Bomb Wing della Northwest African Air Forces (NAAF). Per supportare le operazioni aeree, si aggiunsero le unità terrestri del 310° Service Group, compreso il 304° e il 345° Service Squadron, responsabili della logistica e manutenzione. La prima missione operativa venne condotta il 12 novembre 1943, quando i B-26 Marauder bombardarono la linea ferroviaria tra Tarquinia e Montalto di Castro. Nel corso delle settimane successive, gli obiettivi principali furono gli eroporti della Luftwaffe nel centro-sud Italia e nella Francia meridionale e ponti ferroviari e stradali strategici nell’Italia centrale. Una delle missioni più lunghe fu l’attacco alla costa italiana nel nord dell’Adriatico, mentre l’azione che consacrò la fama dei B-26 Marauder per la loro precisione fu il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino. Queste operazioni consolidarono il ruolo strategico di Decimomannu come uno dei principali aeroporti alleati nel Mediterraneo, contribuendo significativamente alla campagna di liberazione dell’Italia.
Nel febbraio del 1944, l’aeroporto di Decimomannu fu protagonista di un progetto ambizioso e innovativo: la creazione di un sistema di decollo unico al mondo. Fu realizzata una pista a corsie parallele lunga circa 2000 metri, suddivisa in sei corsie principali per il decollo simultaneo dei velivoli e altre sei corsie alternate, progettate per ottimizzare il flusso delle operazioni. Le piste vennero trattate con olio esausto per ridurre la polvere sollevata durante decolli e atterraggi, garantendo maggiore efficienza. Questo sistema consentiva il decollo contemporaneo di sei aerei, permettendo a più di cento B-26 Marauder di trovarsi in volo in tempi estremamente rapidi. I benefici erano tangibili con la riduzione dei tempi di decollo e atterraggio, aumento del raggio d’azione dei bombardieri, esteso di circa 50 miglia e un risparmio di 13 minuti di volo per una formazione di 24 aeroplani, migliorando così la coordinazione durante le missioni.
Queste operazioni, spettacolari e completamente sicure, vennero soprannominate il "Circo Volante del Colonnello Randy", in onore del loro ideatore, che perfezionò il sistema rendendolo un esempio di avanguardia tecnologica nel contesto bellico.
Con lo spostamento del fronte nell’Italia settentrionale, il 21 settembre 1944 i B-26 Marauder del 319° e 320° Bomb Group furono trasferiti all’aeroporto di Serragia, in Corsica. L’ultima missione operativa da Decimomannu fu condotta il 18 settembre 1944, con un bombardamento sulle postazioni nemiche a Casalecchio e Legnano. Con la partenza dei due gruppi, l’aeroporto concluse la sua intensa attività bellica, iniziata nel giugno 1940. Al termine del conflitto, Decimomannu rimase inutilizzato fino ai successivi interventi infrastrutturali che lo avrebbero trasformato nella moderna base aerea che conosciamo oggi.
Decimomannu fotografato nel 1944. Al suolo si possono contare più di cento piazzole per aeromobili.
ll sistema di decollo e atterraggio a sei piste. Il decollo multiplo dei B26 consentiva un'estensione del raggio di azione di circa 50 miglia.
Le sei piste parallele viste dalla cabina del B26
I B26 durante l'atterraggio
Sei B26 in atterraggio visti dall'area Comando
Decollo simultaneo dalle sei piste di Decimomannu
Le prime strutture dell'aeroporto con l'inconfondibile rotonda
Il piazzale delle bandiere
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le favorevoli condizioni climatiche e le vaste zone disabitate della Sardegna crearono le basi per la realizzazione di un aeroporto destinato all’addestramento delle forze aeree della NATO presso Decimomannu. Dopo un periodo di 11 anni di abbandono, nel 1954 iniziarono i lavori per la costruzione delle nuove strutture nell’area del comune di Villasor, che si estendeva su circa 500 ettari, dove sorgeva il vecchio campo di volo militare utilizzato durante il conflitto. Dopo una serie di operazioni di bonifica, il progetto fu completato grazie al supporto finanziario della NATO, trasformando l’aeroporto in una base aeromarittima strategica per l’Alleanza Atlantica. Contemporaneamente, la penisola di Capo Frasca, un’area completamente disabitata, venne acquisita e destinata a diventare un poligono aria-suolo. Decimomannu, invece, assunse il ruolo di primo Air Weapons Training Installation (A.W.T.I.) previsto dai piani NATO dell’epoca, configurandosi come un’importante struttura per l’addestramento avanzato delle forze aeree alleate. Questo sviluppo pose Decimomannu al centro delle attività operative della NATO nel Mediterraneo, consolidandone il ruolo strategico nell’ambito della difesa occidentale.
I lavori per la realizzazione della base di Decimomannu iniziarono nel 1954 con la costruzione di una pista pavimentata lunga 3.000 metri e larga 45 metri, completata l'anno successivo. Il 15 maggio 1957, un C-119 della 46ª Aerobrigata effettuò tre atterraggi per collaudare la pista. Nel tardo 1956 iniziarono i lavori per una via di rullaggio parallela alla pista principale, lunga 2.500 metri e larga 22,5 metri, successivamente trasformata in pista secondaria.
Il 15 febbraio 1957 fu ufficialmente istituito il "Centro Addestramento al Tiro" (CAT) di Decimomannu con il Foglio d'Ordini N. 7. Nel tardo autunno del 1956 giunsero i primi rappresentanti canadesi per un sopralluogo, a seguito della chiusura della loro base presso Rabat, in Marocco. Nel 1957 venne costituita l'Air Weapons Unit (AWU) della Royal Canadian Air Force (RCAF), dotata di aerei addestratori T-33 Silver Star utilizzati per il traino dei bersagli, adottando come simbolo l’arciere nuragico. L'attività di volo regolare ebbe inizio nell'estate del 1958 con gli F-86 Sabre del 434° Squadron, nella zona meridionale dell’aeroporto. Il 16 dicembre 1959 fu firmato l’accordo “Tri-nazionale” tra Italia, Canada e Germania Ovest per la gestione della base e dei poligoni ad essa associati, entrato in vigore nel 1960. L’Italia assunse la responsabilità della manutenzione, del funzionamento e del supporto logistico delle infrastrutture dell’A.W.T.I. (Air Weapons Training Installation).
Oltre alla Royal Canadian Air Force e all’Aeronautica Militare Italiana, già operative a Decimomannu, nel 1960 si unì anche la Luftwaffe tedesca. Nello stesso anno venne istituito il GAF Detachment per supportare l’addestramento dei reparti di volo delle Forze Armate tedesche. Il primo dispiegamento di velivoli tedeschi avvenne il 26 settembre 1960, con l’arrivo di un gruppo di Republic F-84F del JaboG 32 di Leckfeld.
Costruzione dell'hangar AMI
Iniziano i primi lavori per la creazione della pista
Schieramenti di T33 della RCAF canadese
Personale canadese sulla linea di volo
La cooperazione tra le varie nazioni a Decimomannu è sempre stata la normalità. In queste due immagini vediamo specialisti AM e GAF
impegnati ad imbragare un F84F della Luftwaffe, che a breve verrà sollevato con una grossa gru. (1963)
Decimomannu nel 1957. In primo piano il deposito carburanti centrale. Sullo sfondo i Sabre canadesi
Il Canadair T33 veniva utilizzato per addestrare gli ecquipaggi al tiro aria-aria, tramite il bersaglio montato sotto la semiala che veniva sganciato e trainato in volo
Costruzione della nuova torre di controllo ed edifici limitrofi come il nucleo antincendio
Un Douglas A3B della F.D. Roosvelt in sosta
su i piazzali intorno al 1963
Un antisom P2 Neptune dell'Us Navy
Il 1° marzo 1961, l'aeroporto di Decimomannu venne ufficialmente intitolato al Colonnello Pilota Giovanni Farina, Medaglia d'Oro al Valor Militare e Comandante del 36° Stormo Aerosiluranti, che sacrificò la propria vita in un'azione eroica nei cieli della Sardegna il 14 giugno 1942. Il 12 aprile 1961 si tenne una solenne cerimonia di alzabandiera per inaugurare ufficialmente la base aerea di Decimomannu e l’Air Weapons Training Installation (AWTI), alla presenza delle bandiere italiane, canadesi, tedesche, americane e della NATO.
Nel settembre dello stesso anno, il Centro Addestramento al Tiro (CAT) di Brindisi venne disciolto e riorganizzato come articolazione del CAT/AWTI, assumendo la nuova denominazione di Gruppo Addestramento A.M.I. (Aeronautica Militare Italiana). Nel 1963, questo Gruppo si trasformò nella Sezione Standardizzazione Tiro A.M.I., con l'incarico di programmare, coordinare e dirigere le missioni di addestramento del personale dell'Aeronautica Militare per il perfezionamento nelle tecniche di tiro e nelle tattiche di combattimento aereo. Per le attività di collegamento e traino bersagli, il CAT impiegò inizialmente alcuni T-33A e RT-33A della 500ª Squadriglia, provenienti dal CAT di Brindisi, seguiti poi da cinque Aermacchi MB-326 e da due T-6G Texan (MM54099 e MM53692). Negli anni ’90, gli Aermacchi MB-339 sostituirono progressivamente i velivoli precedenti. Oltre a Italia, Canada e Germania, le nazioni firmatarie dell’accordo del 1959, durante gli anni ’60 la base fu occasionalmente utilizzata anche da velivoli dell'United States Air Force in Europe (USAFE), dell'U.S. Navy e di altre forze aeree internazionali.
Il 1° luglio 1970, con determinazione dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, il Centro Addestramento al Tiro A.W.T.I. di Decimomannu assunse la denominazione di Reparto Sperimentale e di Standardizzazione al Tiro Aereo (AWTI). Il CSSTA è la componente italiana del l'RSSTA, noto in ambito NATO come AWTI (Aircraft Weapons Training Installation). Fin dalla sua fondazione nel 1957, il Reparto ha svolto compiti fondamentali, tra cui la formazione degli istruttori di tiro per i reparti dell’Aeronautica Militare. Nel corso degli anni, sono stati organizzati 33 Corsi Istruttori Tiro e Tattiche (CITT), 3 corsi per istruttori di tiro antisommergibile e un corso sperimentale sul velivolo F-104 nel 1977. L'ultimo CITT si è svolto nel 1993, con un totale di 407 istruttori qualificati, inclusi 4 piloti africani. Nel 1970, la Canadian Air Force (CAF), nuova denominazione adottata nel 1968 in sostituzione della RCAF, lasciò la base di Decimomannu. Il 27 marzo, dalla base aerea di Lahr, in Germania, decollò l’ultimo CF-104 per una missione di bombardamento sul poligono di Capo Frasca, con ai comandi il comandante della CAF in Europa. È significativo ricordare che il Canada contribuì al 25% dei costi di preparazione della base e, dal 1958, ben 12 gruppi appartenenti ai 4 Stormi dislocati in Europa furono regolarmente rischierati presso l’AWU di Decimomannu. Nel luglio del 1970, il posto lasciato dalla Canadian Air Force fu rilevato dalla Royal Air Force (RAF) britannica, che iniziò le operazioni ufficiali il 3 luglio con l’arrivo del personale della RAF Support Unit Decimomannu. Successivamente, tra il 1970 e il 1973, anche l'United States Air Force in Europe (USAFE) operò dalla base, consolidando ulteriormente il ruolo internazionale di Decimomannu.
Sorvolo di 13 CF104 della RCAF giunti da Lahr (13 come gli anni di permanenza a Decimomannu) a conclusione
della parata di fine permanenza a Decimomannu.
ll posto lasciato libero dai canadesi nel 1970 fu preso dagli inglesi. Qui un Gloster Meteor della Royal Navy
Nel giugno 1973, presso l’aeroporto di Decimomannu, venne inaugurata la chiesa ecumenica Domus Dei, un unicum in Italia per il contesto militare e tra le poche in Europa. Nel 1975, l'aeroporto ospitò temporaneamente il traffico civile proveniente dall'aeroporto di Cagliari-Elmas, chiuso per lavori di prolungamento della pista nel settore nord.
Dopo la guerra del Vietnam, l’USAF riconobbe la necessità di un addestramento più avanzato nel combattimento aria-aria, introducendo nel 1973 il sistema ACMI (Air Combat Maneuvering Instrumentation) presso la base aerea di Nellis, Nevada. Nel 1975, l’USAF decise di implementare un sistema simile in Europa per supportare i reparti stanziati nel continente. Dopo varie valutazioni tecnico-operative, Decimomannu fu scelta come sede del progetto Creek Ace, che prevedeva l'introduzione del sistema ACMI e la costituzione di un Weapons Training Site (WTS), gestito dal 4° Detachment con un contingente fisso di 95 militari e 180 temporanei per il supporto degli squadron rischierati.
La ripartizione dei costi per le operazioni e la manutenzione della base venne rinegoziata tra gli alleati: USAFE 15%, Luftwaffe 49%, RAF 20% e AMI 16%. Il sistema ACMI, sviluppato dalla Cubic Defence Systems, divenne operativo nell’ottobre 1979. Comprendeva strutture all’interno dell’aeroporto e uno spazio aereo controllato da sensori al largo della costa occidentale della Sardegna. Questo sistema permetteva di monitorare in tempo reale le manovre aeree, registrarle e analizzarle durante i debriefing, rendendo l’addestramento estremamente realistico ed efficace.
L’introduzione dell’ACMI portò Decimomannu al centro della scena militare europea e mondiale, conferendole un ruolo chiave nell’addestramento al combattimento aereo. Per potenziare ulteriormente queste attività, l'USAFE si avvalse del supporto del 527° Squadron, con base ad Alconbury e Bentwaters in Inghilterra. Questo reparto utilizzava inizialmente i Northrop F-5E, sostituiti dal 1989 con i General Dynamics F-16C. Mediamente, sei velivoli “aggressors” erano permanentemente rischierati a Decimomannu, con piloti esperti nelle tattiche di combattimento aereo del Patto di Varsavia. Il 527° Squadron contribuì in modo significativo all’addestramento degli equipaggi da caccia americani e NATO in Europa attraverso intensi programmi di Dissimilar Air Combat Training (DACT). L’ultimo rischieramento degli F-16C “aggressors” avvenne nel 1990, poco prima dello scioglimento del 527° Squadron.
IL 527° Aggressor Squadron con gli F5
adottava le tecniche di combattimento aereo utilizzate
dai piloti dell'allora Unione Sovietica.
Nel 1985, il supporto americano alle missioni di addestramento USAFE passò dal 4° Detachment al neocostituito 7555° Tactical Training Squadron (TTS), che ereditò l’esperienza operativa del precedente gruppo. Nel 1986 entrò in funzione il nuovo sistema Hydrant Refuelling System (HRS), progettato per semplificare e velocizzare il rifornimento degli aeromobili. Con 51 punti di distribuzione, è uno dei più grandi al mondo e rimane, ancora oggi, la soluzione più avanzata in Europa per numero di pantografi disponibili. Questo sistema consente di rifornire in sicurezza un gran numero di velivoli direttamente sulle rampe di parcheggio, senza l’utilizzo di autobotti, migliorando notevolmente l’efficienza delle operazioni.
Tra il 1985 e il 1986, per circa sei mesi, l’aeroporto di Decimomannu ospitò nuovamente l'aviazione civile, a causa dei lavori di riqualificazione della pista del vicino aeroporto di Cagliari-Elmas. Nello stesso periodo, furono eseguiti importanti interventi di manutenzione sulla pista e sui raccordi, insieme alla costruzione di un nuovo parcheggio per velivoli di grandi dimensioni. Nel novembre 1986, venne revocato il divieto per i piloti italiani di effettuare combattimenti tra velivoli dissimili. Il primo combattimento simulato "ufficiale" avvenne nel poligono ACMI tra i Sea Harrier della Royal Navy e i Lockheed F-104 del 9° Stormo dell’Aeronautica Militare. In quegli anni, la base registrò un significativo incremento dell’attività di volo, affermandosi come l’aeroporto militare con il più alto numero di decolli e atterraggi in Europa, con circa 450 movimenti giornalieri e un consumo di carburante che superava il milione di litri in un’unica giornata. L’attività annuale ammontava a circa 60.000 movimenti, di cui 45.000 aerotattici e 15.000 da trasporto.
Con la fine della Guerra Fredda, l’attività cominciò a ridursi. Nel 1991, il 7555° TTS fu disciolto e l’USAFE lasciò la base, pur mantenendo la proprietà del sistema ACMI e continuando a utilizzarla saltuariamente per cicli di addestramento. Sempre nel 1991, a seguito della riunificazione della Germania, Decimomannu ospitò per la prima volta un reparto della Luftwaffe dotato di MiG-29, segnando un evento storico: il primo combattimento simulato ufficiale tra velivoli dell’ex Patto di Varsavia e quelli della NATO. Nel 1998, seguendo l’esempio dell’USAFE, anche la Royal Air Force (RAF) lasciò l’aeroporto, chiudendo un’epoca di intensa cooperazione internazionale presso la base di Decimomannu.
Il primo combattimento ACMI tra un velivolo della NATO
e uno dell'ex Patto di Varsavia si è svolto proprio qui.
La Chiesa ecumenica “Domus Dei”
Dal 1998, il Reparto di Decimomannu ha visto la partecipazione esclusiva dell’Aeronautica Militare Italiana e della Luftwaffe tedesca, con una suddivisione paritaria degli oneri al 50%, in base a un accordo bilaterale. Nel 2002 è stato introdotto un avanzato sistema di combattimento simulato denominato A-ACMI (Autonomous Air Combat Maneuvering Instrumentation). Questo sistema non utilizza armamento reale, ma sfrutta segnali elettronici grazie alla tecnologia GPS e alla trasmissione dati via datalink, offrendo significativi vantaggi sia addestrativi che economici. Il Reparto si avvale di due radar: uno con funzioni di difesa aerea nazionale e l'altro destinato al controllo del traffico aereo tramite il centro di avvicinamento, gestendo sia i voli militari e civili in arrivo e partenza da Decimomannu che quelli dall’aeroporto di Cagliari-Elmas.
Nel novembre 1999 si svolse un'importante esercitazione Tactical Leadership Program (TLP), che vide la partecipazione di numerose forze aeree della NATO. Il 25 settembre 2009, un nuovo Accordo Tecnico (Technical Agreement) fu firmato tra Italia e Germania, confermando la cooperazione bilaterale. Oltre alle forze aeree italiane e tedesche, anche altre nazioni partecipano sporadicamente all’addestramento presso l’A.W.T.I., tra cui paesi non appartenenti alla NATO come la Swedish Air Force (SAF), la Israeli Air Force (IAF) e la Swiss Air Force. Con regolarità, Decimomannu ospita esercitazioni nazionali e internazionali su scala media e larga, tra cui: Operazione Sardinia, Display Determination, Dragon Hammer, Mace, TLP, Imperial Hummer, Spring Flag, Starex e Vega. Nel febbraio 2011, con lo scoppio della crisi libica, la comunità internazionale intervenne in risposta alla risoluzione ONU che istituiva un embargo sulle armi e una no-fly zone in Libia. Il 19 marzo 2011, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti diedero inizio alle operazioni militari. Il 21 marzo, la Spagna inviò a Decimomannu quattro EF-18, supportati da un B707TT, un C-130 e un CN-225. Il 24 marzo, arrivarono sei F-16AM olandesi e, pochi giorni dopo, gli Emirati Arabi Uniti schierarono sei F-16E/F e sei Mirage 2000-9EAD.
Il 31 marzo, l’operazione passò sotto il controllo della NATO, assumendo la designazione ufficiale di Operazione Unified Protector. Le attività di Decimomannu si concentrarono sulla difesa aerea, la ricognizione e le operazioni SAR (Search and Rescue). Il 26 aprile, gli Emirati Arabi Uniti trasferirono i propri velivoli a Sigonella, per avvicinarsi alla zona operativa. Le operazioni contro la Libia si conclusero ufficialmente il 31 ottobre 2011.
L'A-ACMI è un sofisticato sistema che consente di addestrare in modo
realistico piloti e personale.
Saltuariamente reparti della Swiss Air Force si
addestrano nell'aeroporto di Decimomannu.
All'interno dell'aeroporto di Decimomannu opera l'80° Centro SAR, passato sotto il comando del 15° Stormo nel dicembre 2013 e dotato di elicotteri Leonardo AW139. Questo reparto non solo supporta le attività della base, ma svolge anche un ruolo cruciale nel Soccorso Nazionale, collaborando con diverse istituzioni e organizzazioni per interventi di emergenza. L'unità di volo fu istituita l'8 gennaio 1961 con il nome di Squadriglia CAT e inizialmente dotata di un elicottero Bell 47-J3. Nel 1979, la 670ª Squadriglia SAR fu la prima in Italia a ricevere gli elicotteri AB212 in configurazione speciale “AWTI”, acquistati grazie al contributo delle nazioni utilizzatrici della base. Nel corso degli anni, il reparto ha effettuato importanti operazioni di soccorso, salvando 45 membri di equipaggio coinvolti in gravi incidenti aerei, appartenenti a diverse nazionalità: 19 tedeschi 16 italiani 4 inglesi 3 canadesi 2 americani 1 olandese. Oltre a queste operazioni, l'80° Centro ha soccorso e trasportato oltre 500 civili di diverse nazionalità. La collaborazione del reparto con la Protezione Civile, il CAI (Club Alpino Italiano), il servizio 118, la Polizia di Stato e altre istituzioni è regolare e consolidata. Dal 1980, anche l'attuale industria aeronautica Leonardo ha una presenza stabile a Decimomannu, mantenendo strutture permanenti per il supporto tecnico e operativo ai propri aeromobili impegnati in cicli di prove e test sperimentali. Nel corso degli anni, la base di Decimomannu ha ospitato anche la presenza occasionale di altre importanti aziende aeronautiche italiane, tra cui Aermacchi, Piaggio Aerospace e altre realtà del settore. Queste collaborazioni hanno contribuito allo sviluppo e alla sperimentazione di nuove tecnologie e aeromobili, rafforzando il ruolo dell'aeroporto come hub strategico per l’industria aeronautica.
AB 204 del CAT mentre sorvola uno schieramento di F86.
Un AB47 con tre esemplari di AB212 nella
speciale configurazione AWTI.
Un particolare Sea Harrier ancora in carico alla Royal Navy britannica ma con i nuovi colori dell'Indian Navy.
Un Antonov An26 delle Forze Aeree serbe a Decimomannu.
La Regina Elisabetta II in visita all'aeroporto di Decimomannu il 20 aprile 1961.
Il Papa arriva a Decimomannu
Dal 1955, l'aeroporto di Decimomannu ha ospitato oltre 400 reparti provenienti da 30 nazioni diverse, con più di 150 modelli di aeromobili, alcuni dei quali rari o unici. In tutti questi anni, circa 60 velivoli militari sono andati distrutti in incidenti di volo. Tra questi, il primato negativo spetta agli F-104, con 20 esemplari persi. Gli incidenti hanno purtroppo causato la perdita di 24 membri dell'equipaggio di diverse nazionalità, commemorati nella chiesa del poligono aria-suolo di Capo Frasca. L'aeroporto ha inoltre attirato l'attenzione del mondo cinematografico: nel 1989 ospitò le riprese della serie televisiva italiana Giovani Aquile e, nel 1998, quelle del film tedesco Helden der Lüfte (Eroi del cielo).
Numerose personalità di rilievo hanno varcato le soglie dell'aeroporto nel corso degli anni, tra cui celebrità dello sport, musicisti, capi di Stato e di Governo. Tra gli eventi più memorabili si ricordano la visita della Regina Elisabetta nel 1961, quella di Papa Giovanni Paolo II nel 1986, l’arrivo del futuro Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel 1968, la squadra del Cagliari guidata da Gigi Riva nel 1970, e il passaggio della nazionale tedesca di calcio nel 1982, in occasione della sconfitta contro l’Italia ai Mondiali. Nel 2007, anche il Presidente Giorgio Napolitano visitò l’aeroporto. Nel 2018 è stata istituita la 4ª Sezione Elicotteri della Guardia Costiera, dedicata alla ricerca e al soccorso in mare nell'area circostante la Sardegna, alla vigilanza della pesca e alla tutela delle risorse biologiche e dell'ambiente marino e costiero.
Sempre nel 2018, per rispondere alla crescente domanda di addestramento al volo, l'Aeronautica Militare e Leonardo S.p.A. hanno firmato una Lettera d’intenti per la creazione della International Flight Training School IFTS. La scuola, inaugurata nel maggio 2023, ha accolto i primi piloti provenienti da Italia, Germania, Austria, Qatar, Singapore e Giappone. Nel 2024, molti altri paesi hanno manifestato interesse per questa istituzione, considerata oggi la più avanzata scuola di addestramento al volo al mondo.
A simboleggiare la storia e il sacrificio di chi ha operato a Decimomannu, nei pressi del Piazzale delle Bandiere sono stati esposti i "Gate Guardian", aerei storici che raccontano il passato dell’aeroporto. L’auspicio è che altri velivoli si uniscano a loro, in segno di riconoscenza verso tutti coloro che hanno difeso la patria, spesso a costo della vita.
Grazie, Aeronautica Militare. Grazie, Decimomannu!
Fonte: Libro Decimomannu di Alessandro Ragatzu - https://it.wikipedia.org/wiki/Aeroporto_di_Decimomannu - http://www.aeronautica.difesa.it - Rivista RID - Rivista JP4 - Altro